Sentì la sua pelle, un pó ruvida con quel poco di barba, che mi sfiorava la guancia.. Sentì le sue labbra cercare le mie . Le schiuse e attese. Le palpebre pesanti si sollevarono di poco e i suoi occhi videro i miei . Tutto era tranquillo, nessun rumore, alcun timore. Abbandonata nelle mani del mio amato, così era e così sapevo di essere anche durante il torpore del sonno. E sentivo che lui mi voleva, mentre ero ancora a letto. I miei occhi erano pesanti, mi stavo svegliando dal torpore del mattino ed era bellissimo. Lui era così delicato da lasciarmi sospesa tra sonno e veglia.
Sentì le labbra bagnarsi, la lingua di lui mi sfiorava appena. Ad un certo punto sentì la mia lingua incontrare la sua e in quello stesso momento sentì la sua mano che avvolgeva completamente il mio capezzolo e lo accarezzava. Poi un insieme di movimenti, il corpo di lui si spostò, sentì le mani posarsi sui suoi miei fianchi e tirarmi.
Istintivamente sollevai il bacino. Lui mi tolse gli slip, scorrendo lungo le cosce, poi risalì e le accarezzò l’interno con la mano.
Il suo cazzo era duro e caldo era appoggiato al mio fianco, mentre mi succhiava un seno. La sua mano esplorava la mia figa che vibrò. Sentì afferrarni con delicatezza e decisione i capelli e mi tirò a sé. Cercai avidamente la sua bocca e mi baciò. Si girò un poco verso di me sollevando una gamba, subito sentì le sue dita entrare nella mia fessura umida. Mi contrassi e gemetti. E poi fuori e poi ancora dentro e sentivo solo che mi stavo bagnando sempre più. Già colava. Sentì afferrarmi il polso e strappare via il braccio. E la bocca di lui mi inchiodò al piacere. Mi mancò il respiro. Mi sentì girare con forza e mi ritrovai prona, con il peso di lui sopra. Sentì le natiche aprirsi e un dito penetrare nel luogo proibito. Gemette e mi contorsi. Bloccata da lui non potevo e non volevo fuggire. Lo sentivo mentre mi dava dei morsi sul sedere. Di colpo sollevai il bacino. Mi dava tutto il suo cazzo, tutto il sua cazzo duro ed era tutto ciò che desideravo. Poteva fare di me ciò che voleva, ero sua, completamente.
Il respiro spezzato e tutto che colava. Non potevo resistere a quel piacere.
Puntò un ginocchio e cercò di sollevarmi un poco. Le sue mani mi possedevano.
Gridai quando mi sentì stringere dentro . Lui mi trattenne forte.
“No no!”, implorai. E poi ancora le sue dita dentro la mia figa e poi di nuovo sentivo il suo cazzo. E ancora gemitti e ancora quella falsa e vera implorazione: “No… no, no!”. E il tentativo di liberarmi dallo sconvolgimento dell’esplosione.
Ma lui mi possedeva e mi penetrava. Non potevo fuggire, non volevo fuggire.
Le sue mani bagnate mi bagnavano, ancora e ancora. E non resistevo più. La tensione mi sovrastava e mi oltrepassava, mi dilatava e mi penetrava, mi dominava e mi soggiogava. Il respiro corto, la bocca completamente aperta come la mia figa.
E ancora lui, dentro e fuori, scivolava tra le labbra e poi ancora, dentro le aperture aperte. E il sangue che risaliva dal basso, veloce e ancora più veloce e senza respiro si contrasse ancora. Era lì, era lì, pronto per esplodere. E infine lo sentì mentre mi esplodeva dentro e io esplodevo con lui in un piacere infinito.
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