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Una Commedia Eccitante


Il suono metallico prodotto dal picchiettare della pioggerellina estiva sulla ringhiera del balcone accompagnava i miei pensieri continuando a lavare i piatti della cena che avevamo appena consumato. 
Mi rilassava sempre quel suono. 
Sento il fresco che viene dalla finestra dopo giorni di caldo quasi equatoriale e così mi sento rinvigorire. 
Finisco di lavare e mi avvicino a te, disteso sul divano in tessuto con penisola  nero e beige al centro del mio open space. Mi piaceva come avevo organizzato la stanza, soprattutto perché finalmente avevo una mia casa e potevo arredarla come volevo.
Il divano si trovava davanti alla tv led grande 40 pollici comprata per poter vedere i film come se fossi stata al cinema. 
Le sale cinematografiche era uno dei posti che amavo e ora, dato il  momento che stavamo affrontando, dove tutto era chiuso a causa della pandemia covid, mi creai la mia sala personale.
Sul lato destro l'enorme libreria raccoglieva tutti i miei libri, molti dei quali scritti da Stephen King e Ken Follet.
Mentre mi sto avvicinando sorrido perché ti vedo mentre stai smanettando col telecomando per decidere cosa vedere in streaming. Ma io so di non avere voglia di vedere nulla. Mi sento come la pioggia, libera e fresca e mi sento di osare di più anche se siamo usciti solo due volte e questa cena era un modo per vederci di nuovo. La promessa di una cena succulente ti ha portato ad accettare l'invito...eh si gli uomini vanno presi per la gola.
Mi avvicino e mi sdraio sul fianco, appoggiandomi al tuo corpo e adattandomi alla sua forma.
 Il tepore che emani mi rilassa. Mi attiri ancora più vicina, abbracciandomi. 
Decidiamo di vedere una commedia, io accetto ma sento di non essere concentrata sul film anzi...Ti guardo e ammiro il tuo corpo sotto quella maglietta bianca, i tuoi capelli arruffati e gli occhi color cioccolato mi fanno solo venire più voglia, voglia di scoprire com'è il tuo corpo e di carpire ogni movimento, sapore e odore.
So che anche te lo vuoi e intanto aspetto...basta poco e l'attesa diventa percettibile, mi avvicino ancora di più a te.
A circa metà del film sento il tuo respiro sul collo. Mi scosti i capelli e la tua lingua assaggi la mia pelle appena sotto la nuca. “Smettila, dai!”, ti dico ridendo, un smettila poco credibile perché stavo aspettando solo quello.
Per tutta risposta ti rendi più dispettoso dandomi dei morsetti sul collo e la tua mano si sposta sul mio seno accarezzandolo. 
Piano piano, mi percorri il fianco, scendendo fino all’anca, lasciando scivolare la mano sulla mia natica, stringendola.
Ma ora tocca a me farti vedere quanto io possa diventare dispettosa a mia volta.
La mia mano sinistra scivola nello spazio tra il mio sedere e le tue parti basse, cominciando ad accarezzarti da sopra i jeans. Sento la tua erezione premervi contro. La percorro con le dita, lentamente, su e giù. Era proprio ciò che volevo, non mi andava più di aspettare...e aspettare poi cosa che si superassero i primi tre appuntamenti? Che stupide regole. Mi sono sempre sentita relegata nel ruolo della donna che non deve aver fretta, non deve essere intraprendente, che deve aspettare che sia l'uomo a fare la prima mossa...ma chi aveva scritto queste stupide regole? Io non avevo voglia di aspettare, io avevo voglia e basta e allora perché aspettare? Che vadano a quel paese queste stupide regole non dette ma che tutti sanno, non ho mai seguito la corrente o le altre persone.
Sento il tuo respiro cambiare, e allora capisco che ti sta piacendo e i tuoi baci sul mio collo si fanno più esigenti. Mi volto per guardarti in viso e la tua bocca si sposta sulla mia guancia e con piccoli baci raggiunge la mia. Accolgo la tua lingua avvolgendola con la mia, in un bacio lungo e profondo, mentre la mia mano continua a muoversi e ti toglie la cintura sbottonando i jeans. Nello stesso tempo sento la tua mano che abbassa leggermente la mia gonna, ed eccoti che ti sento abbassarti e arrivare fra le mie cosce dando delle lente carezze.
Mi sollevi la t-shirt fino a scoprirmi i seni, avventandoti sui miei capezzoli, succhiandoli e mordicchiandoli a turno, non aspettavo altro. Oh dio quanto lo volevo e quanto lo desidera il mio corpo...dio...non riuscivo a pensare o dire qualcos'altro.
Sento la tua bocca che si sposta piano piano verso il basso, assaporando la mia pelle con la lingua.
Quando arrivi al bordo della gonna sento le tue mani togliermi le mie mutandine di pizzo nero, mi fai divaricare le gambe e ti abbassi fino ad inspirarne il profumo e farmi sentire il calore del tuo respiro proprio lì in mezzo.
Istintivamente, spingo il bacino verso di te.
Stai ferma”, mi dici.
Ti raddrizzi e ti avvicini a me, ti desidero...non resisto ti tolgo la t-shirt bianca e vedo il tuo copro perfetto, un corpo che farebbe svenire chiunque ma il mio orgoglio e soprattutto la voglia di punirti per avermi lasciata a metà fanno in modo di non far vedere il mio stupore e la voglia che ho di assaporare ogni linea del tuo corpo.
Ed è in quel momento che mi togli tutto restando nuda davanti ai tuoi occhi: “Dio quanto sei bella, sei perfetta”.
Ti sistemi tra le mie gambe, muovendoti ritmicamente, facendomi sentire il tuo membro duro premere contro il mio sesso inumidito.
Questa dolce tortura prosegue, mentre torni a stimolare i miei capezzoli con la tua lingua. Comincio a gemere. Sentirti così duro attraverso quello strato di cotone mi fa solo desiderare di averti dentro di me.
Ti afferro la testa e ti bacio con passione, avvolgendo le mie gambe attorno alla tua vita, per sentirti ancora di più, come se fossimo due bolle che quando si toccano si fondono in una cosa sola.
Sentì il mio desiderio aumentare ed ecco che la tua lingua scende a leccarmi attorno alle grandi labbra facendomi fremere di desiderio. 
Sento le tue dita aprirmi e la lingua insinuarsi nella mia fessura scivolosa, lentamente, assaporandola. La sento risalire fino al clitoride, strappandomi un gemito forte, liberatorio. Ti piace sentirmi gemere a causa tua, quindi continui finché non mi aggrappo ai cuscini del divano e il volume si alza, mentre il respiro si fa sempre più affannoso. Ma quando avverti che sono vicina all’orgasmo ti fermi.
Non riuscivo a resistere, mi scappa solo “Uff, sei cattivo!”, ti dico ridendo e il mio respiro torna alla normalità. Decido di vendicarmi.
Visto che sei inginocchiato sul divano, mi tiro su a sedere e ti abbasso i boxer fin sotto al sedere. Lecco la tua erezione dal basso verso l’alto, bagnandoti e facendoti sentire quanto la mia bocca ti desideri. Libero il tuo cazzo e la mia lingua può finalmente danzare sulla cappella pulsante mentre lo tengo saldamente in mano.
Comincio a succhiare e intanto stimolo le palle massaggiandotele con l’altra mano. 
Ti guardo e sorrido. Le tue labbra semiaperte, gli occhi chiusi, la testa all’indietro non fanno che aumentare la mia eccitazione.
Le mie mani afferrano i tuoi fianchi e te lo prendo tutto in bocca, fino in gola, stando ferma. Emetti un lungo gemito e cerchi di scoparmi la bocca, ma continuo a tenerti fermi i fianchi. Poi mi stacco e lo ammiro, coperto della mia saliva.
Ti afferro per i polsi e li porto dietro alla tua schiena, dedicandomi poi a tormentarti la cappella con leccate veloci. Ascolto il tuo fiato farsi sempre più corto, quindi lo riprendo tutto in bocca, fino a sentire la cappella sbattere contro la mia gola.
Decido io il ritmo ora, avanti e indietro, lento e veloce, succhiando forte. Ormai sento l’asta del tuo cazzo pulsare, so che stai per venire e me lo confermi gemendo sempre più forte. Ma no, non verrai così facilmente. Ora tocca a te soffrire.
Mi stacco da te e te lo stringo alla base fra il mio pollice e indice.
“Tu sì che sei davvero cattiva! Non si fa, meriti una punizione…”, mi dici con una luce maliziosa negli occhi.
Chi io lo sarei? E tu prima? Te lo sei meritato. Puniscimi se vuoi”
Mi prendi per i fianchi e mi fai sdraiare, con la mia fessura traboccante di umori che freme al pensiero di sentirti finalmente dentro di me.
Mi penetri con un colpo energico, strappandomi un grido.
Sento la mia vagina adattarsi perfettamente al tuo cazzo, mentre il tuo petto sudato si appoggia alla mio seno. Muovi i fianchi per darmi colpi profondi e lenti, aumentando gradualmente la velocità.
Mi mordi una spalla e mentre sento l’orgasmo accumularsi sotto i tuoi colpi, mi sussurri: “Voglio venirti dentro, fino all’ultima goccia…”.
Questa tua richiesta mi dà il colpo di grazia e vengo gridando, dando libero sfogo alle sensazioni accumulate fino a quel momento.
Mi segui poco dopo, gemendo forte a più riprese, svuotandoti dentro di me e lasciandomi una dolce sensazione di calore che mi pervade il ventre.
Crolli su di me, la tua guancia madida di sudore appoggiata alla mia, rossa di piacere.

Non pensavo che le commedie potessero rendere la serata eccitante”.

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