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Un frutto proibito






Non riuscivo a credere a quello che sarebbe successo da lì a poco. Mi sono sempre comportato in modo corretto nella mia vita, mai nulla di fuori luogo, avevo sempre seguito le regole, ma quel giorno tutta la mia vita sarebbe cambiata con un solo sguardo di quella ragazza dai capelli corvino e occhi color ghiaccio. <<Buongiorno Professore, posso entrare ho portato il materiale per le slide>>      
<<Si entri pure, la stavo aspettando>>.  L’avevo scelta come mia assistente in filosofia politica, ma non per il suo aspetto, ma per la sua testa, non mi capitava spesso di avere un’alunna così appassionata di filosofia e politica, e con un tale modo di pensare.      Un giorno per caso notai anche la sua bellezza, una bellezza che poteva sembrare per molti semplice, una bellezza genuina di quelle che ti colpiscono per come parlano, solo dopo arriva la bellezza del corpo.                                                                                    <<Oggi dovremmo organizzare un nuovo argomento di discussione per il confronto tra i tuoi colleghi, e ho deciso che questa volta sarai tu a scegliere, ma mi raccomando un argomento non noioso>> Rise e il suo sorriso mi colpì come un pugno in pieno stomaco. Aveva un sorriso bellissimo di quelli che non si vedono spesso. <<Perché sta ridendo>>   <<Perché di noioso c’è poco, tutto dipende nel trovare il giusto argomento che non faccia annoiare quella è la sfida>>                                                Risi anche io, aveva ragione, ci mettemmo alla ricerca al pc.  Notai subito che la sua maglietta metteva in risalto le sue forme e i jeans stretti facevano vedere come era la forma delle sue gambe. Non era magra ma aveva delle belle forme, ad un certo punto mi soffermai sulla sua maglietta rosa antico, continuai a guardarla e intanto avevo in mente il suo corpo, come sarebbe stato senza i vestiti, come sarebbe stato toglierle quella camicetta aprendo un bottone alla volta e baciare ogni parte del suo corpo e scorrere le mie mani dietro la schiena cercando di slacciarle il reggiseno. Scossi la testa e cercai di rimettermi a lavoro. I miei occhi le scivolarono addosso facendomi sentire come se bruciassi dentro, spogliandomi di ogni pudore e controllo. Un pensiero divenne assiduo… quello di averla… baciarla e toccare ogni centimetro del suo corpo….


   

                                                                                                         


 Guardai il professore che scuoteva la testa e pensai che come avesse bisogno di caffeina anche per via endovenosa. <<Che ne dice se andassimo al bar a fare una pausa e berci un caffè?>>        <<Certo andiamo, offre lei vero?>>.  Mi piaceva come professore, da quando avevo iniziato le sue lezioni mi aveva affascinato, e poco alla volta iniziai ad accorgermi che era un bel uomo. Aveva trentotto anni, ma già aveva quei capelli brizzolati che sono affascinanti su certi uomini, le labbra erano carnose ma ciò che mi colpiva erano il colore dei suoi occhi, uno verde e l’altro marrone, mi affascinava e guardarlo era bello. Avevo notato che aveva un bel fisico sotto la sua camicia blu elettrico, e tutto veniva completato grazie ai suoi occhiali con la montatura spessa e nera, che gli davano quel tocco in più. Mi piaceva essere la sua assistente, avevo iniziato a conoscerlo grazie alle nostre pause caffè. Ed è proprio a causa di quelle pause che iniziai a sentire un forte desiderio. Ogni volta che entravo nel suo studio il cuore iniziava a battere forte, sapevo che c’era un confine che non dovevo oltrepassare, e questo rendeva tutto così carico di erotismo, e questa sensazione cresceva perché lui era il mio frutto proibito.

          



Tornammo nel mio studio, non so perché ma avevo avuto la sensazione che quel caffè fosse stato diverso tra noi. Pensavo ai suoi occhi mentre mi guardava a i suoi capelli neri corvino che le scendevano sulle spalle e di come in certi momenti si mordeva il labbro inferiore, iniziai a pensare che avrei voluto essere io a mordere quel labbro e allontanare dal suo viso la ciocca ribelle che le cadeva di continuo davanti gli occhi.
Quando entrammo in studio, come al solito ci sedemmo vicini per controllare l’argomento scelto ma successe qualcosa di inaspettato.
Mi voltai verso di lei per dirle ciò che pensavo, ma con uno scatto quasi fulminio mi baciò, non era un semplice bacio, era pieno di passione, di voglia, un bacio carico di erotismo. Si fermò e mi guardò <<Io… mi scusi… non dovevo… so che non può… mi scusi sono così imbarazzata ho ceduto alla mia voglia non dovevo. Prendo le mie cose e vado via>>. Io ero rimasto senza parole, il bacio era stato così pieno di passione che non riuscivo a dire una sola parola.                                                                                  La vidi tremare mentre si preparava per andare via, e mentre si preparava continuava a guardare il pavimento, le sue guance erano rosse. Quando mi accorsi che era pronta per andare via, le andai incontro e la fermai davanti alla porta. La presi e la portai a me. Le alzai il viso, cercai lo sguardo profondo dei suoi occhi, l'odore inebriante della sua pelle. Tutto faceva vibrare il mio desiderio per lei. Quando finalmente mi guardò gli occhi erano diventati come di vetro, chiari come non avevo visto mai, le sue labbra erano bellissime e carnose, e le sue guance calde mi facevano arrossire. L’attirai verso il mio corpo, accarezzai i suoi capelli e il suo viso, le passai un dito sulle sue labbra e lei si morse il labbro inferiore, quello mi fece impazzire, sapevo cosa volessi… volevo lei in quell’istante. Le tolsi la borsa, e piano piano il cappotto, mentre mi guardava mi accarezzò il viso e mi tolse gli occhiali, poco alla volta ogni mio bottone veniva aperto dalle sue piccole e fragili mani. Iniziai a baciarla, prima delicatamente e poi sempre con più passione, le aprì la camicetta e accarezzai il suo corpo, il suo seno, tutte le sue forme, e la baciai lungo il collo fino le sue clavicole, lei iniziò a gemere di piacere.
<< Ti prego continua, posa le tue labbra sulle mie, voglio sentire il calore del tuo corpo su di me, ti accoglierò dentro me, accompagnerò i tuoi movimenti… fai di me ciò che vuoi… sono tua… solo tua!>>, riuscì a dirmi solo quello e continuò a gemere di piacere.
Ci avvicinammo al divanetto che avevo in studio, mi spinse e mi fece sedere, continuai a spogliarla togliendole quei jeans così ingombranti, baciai le sue gambe, il suo ginocchio, fino alla coscia e lì non riuscì a fermarmi, volevo sentire il suo sapore sulle mie labbra e il suo odore.
<< Lasciami scivolare dolcemente dentro te, dove cose dolci sono nascoste allo sguardo d'altri, tra le virtù del piacere. Lasciami assaporare la passione che scorre nel tuo corpo>>
 Mi tolse i pantaloni e la camicia e con una dolcezza incredibile, mi accarezzò dolcemente proprio lì, mi tolse i boxer, continuò ad accarezzarmi e ad un tratto iniziò a baciarlo. La sua bocca sul mio sesso, le sue carezze delicate e a tratti violente, il suo corpo premuto contro il mio…Quella sua bocca oddio quella sua bocca, era così morbida e calda mentre se lo metteva in bocca, io continuai ad accarezzarla, quando si fermava l’attiravo a me e continuavo a baciarla. Le sfioravo la schiena con la punta delle dita, e sentivo il suo gemere il respiro che veniva meno! Con la lingua disegnai il contorno dei suoi seni. Era mia… lei era mia!  Alla fine, non resistetti più. La misi sulla scrivania, entrambi nudi, ci accarezzavamo e seguivamo con le dita ogni punto e linea del nostro corpo. Le aprì dolcemente le gambe e dopo aver baciato il suo seno e leccato i suoi capezzoli continuai fino ad arrivare lì dove potevo sentire il suo odore e sapore, assaporai l’odore come si fa con un buon vino, e ora volevo solo assaggiare questo delizioso vino. La leccai, prima delicatamente, poi affondai la mia lingua sempre più affondo, e con passione. Non riuscirò mai dimenticare il suo sapore... il ricordo indelebile di quel piacere immenso. La sentì gemere, sapevo che stava godendo e io non riuscivo a fermarmi, ogni suo gemito di piacere mi faceva eccitare sempre di più. Sentì le sue mani che afferravano i miei capelli e intrecciava le sue dita, continuò spingendo il mio viso verso il suo clitoride, ed io continuavo nel godere di quel momento così pieno di passione. Mi alzò il viso lo avvicinò al suo, mi disse solo una cosa <<Ti voglio… entra dentro di me… ti prego fammi tua.>> Non ci pensai nemmeno per un istante, mi avvicinai e introdussi il mio pene dentro di lei, era calda e bagnata, questo mi faceva eccitare ancora di più, e in quell’istante non capì più nulla, iniziammo a fare l’amore. Stavo facendo l’amore ma era così lontano da quello che avevo fatto fino ad allora. Sentivo il suo respiro su di me, il suo ansimare, e come si stesse stringendo dentro, era assurdo ma ero come inebriato da quel momento, era stupendo. La presi in braccio e ci mettemmo sul divano, lei si mise sopra di me, la sentivo ansimare mentre mi spingeva sempre di più dentro di lei, ogni colpo era un gemito di piacere, continuai a leccarle il seno, baciarla, e iniziai con una mia mano ad accarezzare il suo clitoride mentre io ero dentro di lei, la feci impazzire. La presi e mi misi sopra di lei iniziammo ad ansimare insieme, mi guardava dritto negli occhi, e quello mi fece eccitare così tanto che non riuscì a frenarmi. Iniziai penetrandola sempre di più e con maggior forza e passione. Sentì le sue unghie dentro la mia schiena, e lì in quel momento mi morse il labbro e mi fece andare sui giri, morsi il suo era perfetto bellissimo morbido quella bocca… dio quella bocca. Quando emise un grido capì che il suo era puro godimento e che ero io l’artefice di tutto, e lei era colei che mi aveva fatto conoscere un nuovo modo di fare l’amore.  Continuai a sentire dentro come si bagnava e come si contorceva, ad un tratto sentì come un calore dai piedi fino al mio pene e capì che stavo per venire, e così anche lei che si strinse sempre di più dentro. Ci guardammo e venimmo in un modo che mai mi era capitato. Esplosi con lei, eravamo venuti insieme e non avevamo parole.  La guardai la baciai e mi appoggiai sul suo seno, lei mi accarezzò e l’unica cosa che disse<<Non mi pento di nulla… ti volevo… volevo averti… e volevo essere tua>> 
Il suo sapore sapevo che lo avrei portato addosso e non sarebbe più andato via, perché era dentro me, fino infondo all’anima.  << Sono tuo>>.







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